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21Nov

Malattie respiratorie, esperti a confronto

La prevenzione rispetto a fumo e smog e i nuovi farmaci porteranno a ridurre le patologie

Con 40mila decessi l'anno le malattie respiratorie rappresentano la terza causa di mortalità in Italia, dopo le patologie cardiovascolari e i tumori. Colpa anche di cattivi stili di vita, abitudini malsane come il fumo, dell'inquinamento atmosferico e ambientale. Ci sono però novità positive di cui bisogna tener conto nella difesa della salute respiratoria. Se ne parlerà nel corso del Quarantaduesimo congresso nazionale dell'Associazione italiana pneumologi ospedalieri (Aipo), che si terrà dal 27 al 30 novembre al Palaexpo di VeronaFiere, dal titolo «Clinica, ricerca, organizzazione: la centralità della persona in pneumologia».

«Le malattie respiratorie rappresentano il secondo problema mondiale, colpendo milioni di persone», ha ribadito Andrea Rossi, direttore di Pneumologia dell'Azienda ospedaliera veronese e presidente dell'Aipo, nel corso della presentazione del congresso. «Le novità positive però riguardano innanzitutto i farmaci biologici, non più usati solo per i tumori, che riescono a bloccare malattie come l'asma. Nei prossimi due anni arriveranno almeno quattro o cinque nuovi farmaci e lo scorso anno il maggior nuovo numero di farmaci usciti sono stati in campo respiratorio».

Ma una corretta promozione della salute passa anche attraverso una migliore organizzazione. «Serve un piano generale per tenere sotto controllo questo tipo di patologie», spiega Rossi. E Verona in questo è già molto avanti. «Da anni la provincia di Verona si dedica a creare una rete, coinvolgendo i medici di medicina generale, gli specialisti e gli infermieri», assicura Chiara Bovo, direttore sanitario dell'Ulss20, «dal 2011 abbiamo coinvolto 620 medici generali, oltre a pneumologi, anche di strutture ospedaliere pubbliche e private, su tutto il territorio dell'Ulss20, 21 e 22, creando una rete per la gestione dei pazienti cronici. Si parla quindi un linguaggio comune, nessuno lavora più isolato».

A ciò, nel territorio dell'Ulss20, si aggiungono gli 11 posti letti riservati alla riabilitazione respiratoria, a Marzana, e il Servizio di assistenza domiciliare respiratoria, attivo da giugno. «A differenza di altre patologie, le malattie respiratorie sono in costante aumento», ricorda Claudio Micheletto, direttore di Pneumologia dell'Ulss21, «e i pazienti in ossigenoterapia o in ventiloterapia hanno un grosso impatto sul sistema sanitario, diventa quindi obbligatorio interagire col territorio». Le malattie respiratorie rischiano di diventare un problema sociale, come ricorda Gianenrico Senna, direttore di Allergologia dell'Azienda ospedaliera cittadina: «Abbiamo attivato in azienda ospedaliera un ambulatorio dedicato a chi soffre di asma grave. Si tratta del 15 per cento degli asmatici, persone che stanno molto male e assorbono il 50 per cento delle risorse economiche dedicate all'asma. Per questo è importante condividere le esperienze».

Purtroppo la maggior parte delle persone affette da patologie respiratorie croniche sottovaluta i sintomi. «Molti malati, anche in stadio avanzato, non si sono mai fatti vedere da un medico», ricorda Carlo Pomari, direttore di Endoscopia al Sacro Cuore di Negrar, «ma più la malattia diventa grave più i costi aumentano, bisogna invece intervenire prima, individuare i fattori di rischio e fare prevenzione».

«Verona esprime molte eccellenze, non sempre note – interviene Daniele Finocchiaro, presidente di GlaxoSmithKline - e il congresso annuale dell'Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri lo dimostra. Le malattie respiratorie sono una piaga che unisce il mondo industrializzato ai Paesi meno progrediti e nei prossimi giorni s'incontreranno tre eccellenze: la presidenza dell'associazione tutta veronese del prof. Andrea Rossi, 1500 pneumologi provenienti da tutta Italia e Gsk, nata e cresciuta qui e da oltre 40 anni leader nella ricerca farmaceutica».E.Inn.


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