19Nov
Il professor Andrea Rossi lancia l'allarme: «L'opinione pubblica deve essere informata e educata alla prevenzione»
Costituiscono la terza causa di mortalità, dopo le malattie cardiovascolari e i tumori. La seconda se nel computo delle neoplasie inseriamo anche quelle a carico dei polmoni. Ma a preoccupare sono altri numeri della galassia malattie respiratorie: il costante aumento delle patologie croniche che colpiscono bronchi, polmoni e vie aeree. Numeri pesanti, che hanno indotto i soci di Aipo (associazione italiana pneumologi ospedalieri) a focalizzare proprio sulle malattie croniche il congresso nazionale che si terrà al Palaexpo di VeronaFiere dal 27 al 30 novembre e si intitolerà «Clinica, ricerca, organizzazione: la centralità della persona in Pneumologia».
Presidente del congresso e di Aipo è il professor Andrea Rossi, direttore di Pneumologia dell'Azienda ospedaliera universitaria integrate, che spiega: «Al congresso parteciperanno 1.500 medici, italiani e stranieri e gli obiettivi sono l'aggiornamento scientifico e le modalità di trasferimento dei risultati della ricerca scientifica nel miglioramento della salute dei cittadini, in termini di cura e prevenzione, secondo parametri di sostenibilità e affidabilità».
«La salute respiratoria dei cittadini», prosegue il professor Rossi, «viene sottoposta a stress continui, dal fumo di sigaretta all'inquinamento domestico e ambientale, con il risultato che le malattie croniche hanno superato - per diffusione - quelle infettive. Di fatto costituisce un problema enorme, al centro di una sessione dell'Onu, che raccogliendo le raccomandazioni dell'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) ha lanciato l'allarme a tutti i Paesi: bisogna intervenire per contenere la diffusione dell'asma e dell'enfisema, per evitare che la cronicità si trasformi nell'epidemia del terzo millennio. Serve un piano sociale più che sanitario, così come è stato fatto con la tubercolosi. L'opinione pubblica deve essere informata, resa consapevole dell'importanza di una diagnosi precoce. E educata alla prevenzione».
Quindi occorre convincere le persone a abbandonare pessime abitudini. «È ormai acclarato», illustra lo pneumologo, «che le malattie croniche nella percentuale del 25-30 per cento sono dovute a suscettibilità genetica, nel 60 per cento al fumo di sigaretta e infine a inquinamento e allergie. È dunque il fumo di sigaretta il primo vizio da eliminare; poi seguire una dieta sana e equilibrata, con un corretto apporto di proteine e infine controllare il peso. Che non vuol dire mettersi a dieta, perchè la magrezza è pericolosa quanto l'obesità».
Si stima che ancor oggi il 20-25 per cento della popolazione italiana sia dipendente dalla nicotina, con le donne fumatrici che hanno raggiunto gli uomini. La sigaretta elettronica come viene vista dallo pneumologo? «A livello scientifico non sappiamo nulla di questo presidio, non ci sono studi sulla sua presunta tossicità», risponde il professor Rossi, «tuttavia mi associo a chi sostiene che la e-cig possa essere meno pericolosa della sigaretta, sempre più killer. Le sigarette senza filtro che andavano per la maggiore nel recente passato provocavano il cancro prevalentemente in gola; quelle di oggi con il filtro, invece, fanno sviluppare il tumore più in periferia e la diagnosi, di conseguenza, spesso è tardiva. Se proprio non riesco a farne a meno, insomma, meglio una sigaretta elettronica».
Durante il congresso, si farà anche il punto sulle cure per il cancro al polmone. «Dieci anni fa era una condanna a morte», spiega il professor Rossi, «oggi con la chirurgia e la chemioterapia siamo in grado di raddoppiare la sopravvivenza. Molte aspettative sono poi legate ai farmaci biologici, che agiscono sui meccanismi della riproduzione cellulare. Consentono progressi notevoli, ma sono purtroppo costosissimi». P.COL.